mercoledì 19 febbraio 2025

Punk Xerox - Giubileo (destroYO, febbraio 2025)

In occasione del Giubileo, Luca, che qui si reincarna in Punk Xerox, ci regala un disco come sempre elettronico, casereccio, poetico nelle sue sfumature, dolce e levigato nelle sue immagini. Per quanto l' insieme, per suoni e scelte estetiche, possa suonare piuttosto ostico (risoluzione Lo-Fi, elettronica di frontiera, assenza, o quasi, di beat ballabili, atmosfera come di resa e di rinuncia) a me questo disco fa venire una voglia matta, non di ascoltarlo, ma di immergermici più volte; per quanto strumentale questo disco riesce a parlare e, parlando, comunica verità assolute, come quelle di un Papa, solo che queste sono più affidabili:

perdersi per non ritrovarsi più, dentro microcosmi che sono versi sono sentimenti sono canzoni sono e basta. Questo suono non risuona, non riecheggia, non rimbomba, semplicemente esiste: lo puoi toccare, ci puoi credere, buttartici dentro e affogarci. Morire, risorgere e lasciar perdere tutto. Non esiste nulla se non questo suono che ti si butta addosso, ti plasma, ti definisce, ti da nuovi organi, nuove ossa e una nuova pelle. Sarai una persona nuova se imparerai a danzare al ritmo di un disco che non ha ritmo, sarai un vero sopravvissuto a un' Era di Nulla Assoluto se canterai a memoria i testi di un disco che non ha testi. 

L' unico vero Giubileo è questo, quello di Punk Xerox

l' altro è solo un falso storico.

venerdì 14 febbraio 2025

Tab_Ularasa & Giovanni Mistero - cimitero monumentale (Bubca, febbraio 2025)

 Provate, per circa un anno, a percorrere ogni giorno lo stesso tragitto. Ogni giorno la stessa strada,  un tragitto che non abbia nessun collegamento con la vostra vita di tutti i giorni: nessuna via verso lo sgobbo, verso lo svago, verso la droga, verso l' amore. Una roba fatta a caso, la cui unica continuità è la ripetizione. In una sorta di ipnosi vi risulterà palese come in realtà il paesaggio che vi circonda cambi di continuo; anche i palazzi, gli alberi e i marciapiedi, cambieranno di continuo. Si rischia di diventare paranoici a fare così ma, diciamocelo, poco importa se alla fine ti porta a non dare più niente per scontato.

Una volta fatto questo provate ad ascoltare questo disco che vede Giovanni Mistero incrociare la strada di Tab_Ularasa: un inferno di strade, palazzi fatiscenti e marciapiedi divelti. Più li si ascolta e più ci si perde in una ragnatela di vie e di vicoli per poi scoprire che è bene che sia così, che non si può fare altrimenti; camminare per perdersi e finire il proprio viaggio di fronte ad un cimitero monumentale, ultimo pezzo di questa raccolta e vero capolavoro notturno, atmosferico e disperato, un picco creativo come se ne sentono pochi.

Il tutto è gestito con misura e parsimonia, un Synth minimale dalle atmosfere cinematiche e una voce che declama testi sospesi tra il naif e la tragedia greca; elementi antitetici che non cozzano fra loro ma frizionano, generando scintille di realtà deformate per gioia di racconto e poesia per periferie sconfitte dall' incuria amministrativa. 

Un' opera che potrebbe sembrare approssimativa ma che, in realtà, approssimativa non è mai: è il dono della sintesi che qui pone di fronte all' obbligo della riflessione e spinge ad addentrarsi nei territori che si delineano nelle nostre menti durante l' ascolto.

Fantastico e realistico in una sola nota.

P.s. non importa che camminiate davvero per un anno facendo sempre il solito giro (queste cazzate lasciatele a me che, di cazzate, resto un esperto ed un vulcanico sperimentatore), ascoltate subito questo disco e lasciatevi suggestionare.

Ortica Xoundz

 
Un disco dalla mente frantumata. Una manciata di musichette malmostose, sierose, seriche. Lasciate, al solito, fermentare nella tratta, il tempo di domandarmi se quelli in acqua fossero i resti di un cigno o di un colon.
L' eroe Tab_ularasa a farsi, qui, paladino, clown triste, mummia d' altura. Filastrocche, invettive, chiodi in gola. Il tutto nel pieno rispetto del lo-fi più marcio ed aureo.
Sarò un sentimentale ma spero vi piaccia come è piaciuto a noi realizzarlo, ovvero senza vederci una volta, alla cazzo di cane e con l' amore con cui si fa il pane.
Nebbia a poppa.
Pus blues.
Avanti tutta.
Mistero sembrava un mutilato
Tanzini praticamente in bermuda

Giovanni Mistero

mercoledì 12 febbraio 2025

Mario Bianchi - Pinerolo 1984 (Bubca records, febbraio 2025)

 

La Bubca ritrova una cassetta sepolta chissà dove da chissà chi che contiene chissà che cosa; la ascolta, si entusiasma, cerca di contattare l' autore per una ristampa casereccia ma fallisce. A questo punto la circostanza imporrebbe di relegare il ritrovamento nell' archivio dei propri piaceri domestici, però anche col cazzo...la musica è condivisione di passioni, la continua ricerca di piccole perle dimenticate per poterle far circolare nella propria sfera e creare nuovi contatti costruiti su affinità elettive.

La Bubca quindi ci restituisce un piccolo, ma enorme, pezzo di Underground italiano, Synth Wave in odore di primo Industriale e fortemente masticabile anche da un pubblico non molto uso a tali sonorità.

Una suite divisa in 7 movimenti che vuole, sin dai titoli delle singole parti, coinvolgere il mondo intero per parlare del mondo intero: rimanendo strumentale pare cercare un linguaggio universale. Dato il genere, data la prevalenza di Synth e Drumachine, oltre che parlare del mondo ci parla pure di un periodo storico: Pinerolo 1984, dopo la marcia dei 40000 a Torino, un mondo che scivola sempre di più in un edonismo per pochi e dove le lotte operaie scompaiono dagli schermi o, per lo meno, perdono quell' impatto comunicativo che potevano vantare negli anni '70. È quindi una melodia malinconica e che, da malinconica, diventa quasi claustrofobica quella del misterioso Mario Bianchi in questo nastro: ora si sta bene, certo, ma fino a quando? Il senso di imminente fine dei Sogni è alle porte in questo disco (1984, per quanto possa essere una semplice data di rilascio della cassetta, col senno di poi assume dei tratti inquietanti) e Bianchi lo restituiva con grazia, finezza e garbo: distribuire colpi di mannaia come fossero zuccherini.

Fa piacere che esista sempre gente disposta a riallacciare i fili continuamente e malamente sforbiciati della musica italiana di confine (ma anche di trincea verrebbe da dire) in un paese che troppe volte si scorda del suo passato e, proprio per questo, si accontenta sempre di ricoprire un ruolo mediocre nella scena globale musicale.

Ortica Xoundz


domenica 2 febbraio 2025

Segamoneta Zine by Tab_Ularasa, (febbraio 2025)

lunedì 27 gennaio 2025

Bubca Records by Ortica Xoundz

 La Bubca Records è un' etichetta che non è un' etichetta perché è, di per sé, contro le etichette in genere e non nel senso di una persona o di un collettivo che si impegnano nel far uscire materiale fonografico slegato dal mondo del profitto, ma nel senso del sentirsi slegati dai vari steccati mentali che, in genere, impediscono la fruizione della musica al di là del proprio recinto ideale di ascolti dedicati. Chiaro?

La Bubca non è un' etichetta perché, semplicemente, non può esserlo: per eliminare il preconcetto tocca attaccare il termine in tutte le sue possibili declinazioni e applicazioni; quindi non è etichetta per un senso di libertà creativa e di estensione indiscriminata del suo percorso ad altre realtà smaliziate come lei. Abbattere i confini non pensandoli e non concependoli, questo è.

In questo mese di dicembre, pieno come tutti gli altri di alti e bassi, scrivo e scrivendo mi imbatto nei due nuovi dischi di Bubca. Li ascolto camminando, prendendo un caffè o mentre leggo; li faccio entrare nella mia vita associandoli ai suoi momenti più morbidi e vivibili. L' unico modo che credo essere adatto a dischi come questi.

Ortica Xoundz