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Provate, per circa un anno, a percorrere ogni giorno lo stesso tragitto. Ogni giorno la stessa strada, un tragitto che non abbia nessun collegamento con la vostra vita di tutti i giorni: nessuna via verso lo sgobbo, verso lo svago, verso la droga, verso l' amore. Una roba fatta a caso, la cui unica continuità è la ripetizione. In una sorta di ipnosi vi risulterà palese come in realtà il paesaggio che vi circonda cambi di continuo; anche i palazzi, gli alberi e i marciapiedi, cambieranno di continuo. Si rischia di diventare paranoici a fare così ma, diciamocelo, poco importa se alla fine ti porta a non dare più niente per scontato.
Una volta fatto questo provate ad ascoltare questo disco che vede Giovanni Mistero incrociare la strada di Tab_Ularasa: un inferno di strade, palazzi fatiscenti e marciapiedi divelti. Più li si ascolta e più ci si perde in una ragnatela di vie e di vicoli per poi scoprire che è bene che sia così, che non si può fare altrimenti; camminare per perdersi e finire il proprio viaggio di fronte ad un cimitero monumentale, ultimo pezzo di questa raccolta e vero capolavoro notturno, atmosferico e disperato, un picco creativo come se ne sentono pochi.
Il tutto è gestito con misura e parsimonia, un Synth minimale dalle atmosfere cinematiche e una voce che declama testi sospesi tra il naif e la tragedia greca; elementi antitetici che non cozzano fra loro ma frizionano, generando scintille di realtà deformate per gioia di racconto e poesia per periferie sconfitte dall' incuria amministrativa.
Un' opera che potrebbe sembrare approssimativa ma che, in realtà, approssimativa non è mai: è il dono della sintesi che qui pone di fronte all' obbligo della riflessione e spinge ad addentrarsi nei territori che si delineano nelle nostre menti durante l' ascolto.
Fantastico e realistico in una sola nota.
P.s. non importa che camminiate davvero per un anno facendo sempre il solito giro (queste cazzate lasciatele a me che, di cazzate, resto un esperto ed un vulcanico sperimentatore), ascoltate subito questo disco e lasciatevi suggestionare.
Ortica Xoundz
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Un disco dalla mente frantumata. Una manciata di musichette malmostose, sierose, seriche. Lasciate, al solito, fermentare nella tratta, il tempo di domandarmi se quelli in acqua fossero i resti di un cigno o di un colon.
L' eroe Tab_ularasa a farsi, qui, paladino, clown triste, mummia d' altura. Filastrocche, invettive, chiodi in gola. Il tutto nel pieno rispetto del lo-fi più marcio ed aureo.
Sarò un sentimentale ma spero vi piaccia come è piaciuto a noi realizzarlo, ovvero
senza vederci una volta, alla cazzo di cane e con l' amore con cui si fa il pane.
Nebbia a poppa.
Pus blues.
Avanti tutta.
Mistero sembrava un mutilato
Tanzini praticamente in bermuda
Giovanni Mistero