Questo fine settimana effettuata una deriva old school!
Era tanto tempo che non accadeva...conto di farne il più possibili da qui a fine estate.
In questo momento vivo a Roma e sono impegnato quasi quotidianamente in passeggiate e derive a 2 ruote-zampe...in modo non programmatico più casuale che altro.
Avevo deciso di abbandonare la pratica della deriva come ideata dai situazionisti...perchè in disaccordo con i molti-troppi discorsi e programmi di Guy Debord...mi rivedevo già prima ma adesso più che mai nella pratica del vero ideatore della deriva lettrista e cioè Ivan Chtcheglov (http://www.notbored.org/chtcheglov.html)
Effettuare la psicogeografia situazionista per studiare i flussi degli individui nelle città è completamente inutile se finalizzato a discorsi ideologici e non pratici.
A cosa serve capire come si muovono le persone all'interno delle città..quando è talmente banale la risposta?
I flussi sono legati all'economia, al giro dei soldi e raggiungimento dei posti di lavoro, mete turistiche, eventi spettacolari (la dolce vita! estate romana!) ecc ecc...semplice no?
Arrivare a questa conclusione è come bere un bicchiere d'acqua!
Ci siete??
Pensare di cambiare le leggi dell'economia di una città come Roma?
Si??!!
E allora vai di pacca sulla spalla e buona fortuna amigos!!!
La deriva dello scorso fine settimana si è svolta in due quartieri storici della periferia romana: il Trullo e Corviale.
Due quartieri con una storia molto diversa.
Due quartieri opposti come tipo di pianificazione, progettazione e realizzazione architettonica.
Corviale (come altri quartieri satelliti tipo Tor Bella Monaca) in questo momento è al centro delle solite polemiche strilli pre-post elettorali.
Prima di tutto le persone...no!!
A Corviale abita un PO' di gente..no?
Chi è che fa i quartieri se non la gente che ci vive?
Ovvio che l'architettura soprattutto se mal progettata è un'imposizione, una costrizione alle dinamiche di vita quotidiana ma proprio per questo all'interno di posti come Corviale sono nate ALTRE dinamiche e per certi versi uniche e molto più vive dei quartieri del centro storico.
I parrucconi critici, architetti, politici seduti sulle loro belle poltrone di pelle dovrebbero fare uno stage una decina d'anni di vita vissuta dentro Corviale..ma alla fine diventerebbero solo tossici.
Personalmente ho notato una cosa molto bella a Corviale estivo e cioè che le persone si ritrovano davanti agli ingressi degli enormi lotti per stare insieme e cazzeggiare all'ombra del cemento...vecchi, bambini, gioventù scoppiata e tipi poco raccomandabili..tutti insieme appassionatamente come accadeva e accade nei piccoli paesi come quello dove sono cresciuto io.
Quindi isolamento architettonico ma comunità e senso della comunità molto più sviluppato rispetto a quartieri super ricchi tipo Parioli o Prati..ma anche questa cosa come si dice dalla mie parti è come scoprire l'acqua calda...no!
La cosa veramente interessante e che mi preme sottolineare con le mie passeggiate e derive è che adesso a Roma esiste ALTRO!
La città sta attraversando un momento di fermento e vita tattile!
Tutto questo grazie ai non "romani di lungo corso" ma grazie nuovi arrivati, extracomunitari e altri.
Sono nate e nascono nuove comunità che si contaminano senza restare chiuse nei propri "ghetti" come magari è accaduto nelle grandi città statunitensi e anche europee.
E questa è una novità ed io la vedo e la sento...
tab_ularasa August 2011
Borgata del Trullo
1939-1940
Roberto Nicolini
Giuseppe Nicolosi
Costruita nello stretto fondo valle, attraversato prima dell'intervento da un corso d'acqua, appartiene al gruppo delle borgate costruite dall'IFACP, Roma lontano dalla città costruita. Questa condizione comune agli interventi coevi, consentì di sperimentare soluzioni planimetriche e tipologiche tracciate e codificate in quegli anni sulla carta, così che il Trullo, anche se attento alla geomorfologia del luogo, è uno dei possibili risultati che si ottengono manipolando i pezzi di quel campionario. Entra qui in vigore una lottizzazione aperta che sancisce lo svincolo dei fabbricati dal perimetro del lotto e una sorta di gioco sul loro orientamento. Assistiamo al perentorio abbandono dell'architettura "eclettica e passatista" e all'introduzione dei canoni che la manualistica definisce moderni. Case in linea e a ballatoio, ridotto numero di piani, struttura portante in muratura, facciate lisce, trattate ad intonaco e semplicemente tinteggiate, alloggi modulari ripetuti in serie: in ogni elemento la più rigorosa, geometrica essenzialità. I corpi di fabbrica, ognuno con il giardino interno, sono accoppiati o in serie.
(Il moderno attraverso Roma, 200 architetture scelte, Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Dipartimento di Architettura e Analisi della città, Osservazione sul moderno a Roma, Palazzo delle Esposizioni)
derivAbracadabra Il Trullo sabato 30 luglio 2011
derivAbracadabra Il Trullo sabato 30 luglio 2011
Quartiere IACP Corviale
1972-1982
Mario Fiorentino
Federico Gorio
Piro Maria Lugli
Giulio Sterbini
Michele Valori
Il sistema lineare lungo un km dello spessore di m 250 è composto da tre elementi tra loro paralleli: l'edificio residenziale di dimensioni più modeste, il corpo principale di undici piani, la fascia delle attrezzature civiche, commerciali, culturali, sportive e religiose, circondata da un anello stradale; da questi si dirama un edificio-ponte inclinato di 45 gradi in direzione dei quartieri circostanti. L'impiego della tecnologia industrializzata caratterizza la composizione di insieme, interrotta nella sua serialità da alcuni episodi formali, i grandi portali e i volumi condominiali. Gli elementi per il controllo di tale ricercata e necessaria normalizzazione sono: la sezione tipo, il sistema aggregativo distributivo degli alloggi. L'idea di un grande edificio che si costituisce come città nella città si fonda sull'ipotesi urbanistica della concentrazione del costruito in alternativa alla disgregazione della periferia. Il presentarci così perentorio e solo nel paesaggio su un costone emergente e questo suo proporsi, anche a grandi distanze, alto sulla valle del Tevere, richiama alla memoria gli acquedotti e i grandi ruderi del paesaggio romano, un tempo soli e grandiosi, come appaiono nelle incisioni della città e della campagna romana. il suo fuori scala e la sua monumentalità si oppongono alla logica della costruzione della città per aggiunte successive determinate dall'assenza di qualità formale dei piani regolatori e del regolamento edilizio. L'intervento ha quindi valore sperimentale nell'attuazione di un'ipotesi di organizzazione integrata di residenze e servizi all'interno di un unico edificio. Il corpo principale, suddiviso in cinque unità dai corpi scala cui corrispondono cinque piazze d'ingresso, ha una sezione costante in cui i piani di alloggi, distribuiti da un ballatoio interno, sono interrotti da un piano libero con botteghe e studi professionali.
(Il moderno attraverso Roma, 200 architetture scelte, Università degli
Studi di Roma "La Sapienza", Dipartimento di Architettura e Analisi
della città, Osservazione sul moderno a Roma, Palazzo delle Esposizioni)
derivAbracadabra Corviale sabato 30 luglio 2011
derivAbracadabra Corviale sabato 30 luglio 2011
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