La Bubca Records è un' etichetta che non è un' etichetta perché è, di per sé, contro le etichette in genere e non nel senso di una persona o di un collettivo che si impegnano nel far uscire materiale fonografico slegato dal mondo del profitto, ma nel senso del sentirsi slegati dai vari steccati mentali che, in genere, impediscono la fruizione della musica al di là del proprio recinto ideale di ascolti dedicati. Chiaro?
La Bubca non è un' etichetta perché, semplicemente, non può esserlo: per eliminare il preconcetto tocca attaccare il termine in tutte le sue possibili declinazioni e applicazioni; quindi non è etichetta per un senso di libertà creativa e di estensione indiscriminata del suo percorso ad altre realtà smaliziate come lei. Abbattere i confini non pensandoli e non concependoli, questo è.
In questo mese di dicembre, pieno come tutti gli altri di alti e bassi, scrivo e scrivendo mi imbatto nei due nuovi dischi di Bubca. Li ascolto camminando, prendendo un caffè o mentre leggo; li faccio entrare nella mia vita associandoli ai suoi momenti più morbidi e vivibili. L' unico modo che credo essere adatto a dischi come questi.
Ortica Xoundz
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