lunedì 27 gennaio 2025

Trapcoustic - Nebula (Bubca, cd-tape, dicembre 2024)


Trapcoustic "Nebula" 

Ogni volta che un mantello di synth accompagna una voce intenta a parlare di attimi, secondi fuggenti e altri particolari non visibili a occhio nudo, subito verrebbe da pensare a Battiato Franco ma, in questo caso almeno, sarebbe un' ingiustizia senza eguali: direi più volentieri che qui, quello che domina, è una psichedelia che ipnotizza i sensi e li distende, un modo piuttosto efficace di farti scordare la routine, la noia e la fatica. Non c' è Tao né meditazione qui, ma un' isola di quiete e riflessione che, da un punto di vista concettuale, rimane comunque legata al mare da cui è circondata: la vita di tutti i giorni, con le sue scadenze, le sue sconfitte, le sue rivalse, i suoi quesiti irrisolti.

Trapcoustic cattura tutto questo per fermarlo in un suono, rielaborarlo sfrondandone gli aspetti più indigesti come quelli più saporiti, lima il tutto e lo riduce all' osso o, meglio detto, alla sua essenza; procedimento, questo, che dovremmo applicare tutti, suonatori e non, con quello che ci succede ogni giorno: una volta a casa, a fine giornata, riesumare, ciò che ci è accaduto, riportarlo in vita, ripensarlo, rielaborarlo, sintetizzarlo e farne uscire qualcosa di buono di nostro esclusivo usufrutto.

È la musica che diventa un mezzo e non più un fine e, nel farsi tale, diventando cioè diaristica, diventa un portato riconducibile al suo solo autore: solo lui può averla pensata e concepita, nessun altro può averlo fatto perché, altrimenti, suonerebbe in maniera diversa se non addirittura opposta. Come metodo, questo, è sicuramente non più molto comune in un pianeta dove, purtroppo spesso, ci si imbatte più comunemente nel desiderio di vestirsi con i costumi di qualcun altro, incarnare un genere nel tentativo di farlo diventare proprio; procedendo con andatura insospettabile e senza mai risultare eccessivo o ridondante, Trapcoustic utilizza secoli di ascolti per restituire un tessuto sonoro compatto e unico. Ruba, ritaglia, incolla ma alla fine si potrà dire solamente di aver ascoltato un bel disco che, per stimoli e slanci, non ha niente in comune con quanto si è ascoltato fino al giorno prima.

Ortica Xoundz

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